mercoledì 29 aprile 2020

Coronavirus 4 - Attività in quarantena




Salve a tutti, carissimi  colleghi dell'U.T.E.V.
Voglio condividere con voi il mio trascorrere la quarantena, che sta per diventare "Settantena". Questo “covid 19” così inaspettato mi ha portato  a mettermi in discussione e a farmi vedere con una luce diversa quello che prima era scontato.
 La cosa più devastante  è stata per me il non poter stare con le nipotine. Ma siccome sono sempre positiva, ringrazio la tecnologia, così come tanti, ho potuto vederle e ancora le vedo. E, persino al pranzo di Pasqua  con la famiglia, una volta tanto, non ho protestato se abbiamo usato il telefono a tavola…
Voglio dire quanto mi è dispiaciuto interrompere il corso di ceramica a metà strada. Aspettavo con piacere il lunedì per  godere della presenza di Pinella, Anna, Mariangela, Cristina, Rosangela e Lucia, con le quali si è instaurato un piacevole rapporto di stima, simpatia  e affetto.
Per questo ho lasciato il laboratorio "apparecchiato" in attesa del loro ritorno. Nel frattempo ho continuato a creare  nei giorni in cui non ero al lavoro e, qualche volta anche la notte quando Morfeo non mi voleva tra le sue braccia, a riempire il forno di oggetti che prima o poi troveranno la loro  sistemazione.


Così la ceramica- terapia ha funzionato. Ho alternato il tempo libero con le mani in creta, alle mani in pasta. Ho fatto pane, dolci, ho letto, ho scritto, passeggiato in tondo in cortile come una "craba media" (così avrebbe detto mia madre). Ho interagito con i vicini nel rispetto delle regole imposte dal governo, mi hanno regalato pane, dolci, verdura,  e persino carne arrosto. Mi hanno fatto recapitare pizza e birra, insomma a differenza di altre volte che  sono stata sola in mezzo alla gente, mi sono sentita con la gente anche se ero sola.

Ad oggi, entrati nella fase 2, sono contenta che ancora mi reco al lavoro, benché sia un pochino confusa, in quanto vecchia per uscire e bisognosa  di protezione,  ma troppo giovane per andare in pensione.
In tutti i modi con l'aiuto di Dio e con le dita incrociate, oltre alla preoccupazione per i miei affetti, il mio prossimo,  per  la finestra che si affaccia sul mondo, sono certa che questa situazione sarà un capitolo nel libro della nostra vita da rileggere con rispetto,  tante e più volte e dal quale trarre insegnamenti.
                   A presto, vi abbraccio.
                       Barbara Ferrau